L’inflazione di oggi non è la stessa degli anni ’70: cosa cambia?

Si parla sempre di più del tema dell’inflazione in generale per ciò che riguarda l’economia di molti Paesi del mondo. E in maniera particolare l’attenzione è rivolta ad un confronto con ciò che è successo nello specifico negli anni ’70. La situazione complessa dal punto di vista dei conflitti nel mondo e tutto ciò che riguarda la condizione del mercato dell’energia costituiscono una fonte di riflessione sull’inflazione, che sempre più viene paragonata a ciò che avveniva diversi anni fa. Ci si riferisce, per esempio, al 1973, nel momento in cui si è assistito ad alcune situazioni conflittuali nel mondo e ad un aumento dei prezzi del petrolio. Ma si può parlare della stessa inflazione, facendo un confronto con gli anni attuali?

L’attuale impennata dell’inflazione

Quando oggi si parla di inflazione, dobbiamo pensare più ad un fenomeno che ritorna in maniera ciclica. È comunque una situazione molto diversa rispetto a quella che si è verificata negli anni ’70. Infatti più che altro un aumento dell’inflazione si è registrato nel periodo dopo il Covid.

È chiaro che alcune situazioni a livello mondiale non possono non influire sull’aumento o sulla riduzione dei prezzi. Infatti, per capire bene l’inflazione che si sta registrando attualmente, dobbiamo esaminare il periodo precedente, quando si parlava di bassa inflazione.

Potrebbe essere anche che una causa vada cercata nella riduzione della leva finanziaria, che poi ha determinato una crisi finanziaria che si registra a livello globale. Quindi anche le banche, in tutta questa situazione così complessa, non hanno fatto altro che rendere più difficile l’accesso al credito e al prestito per le famiglie.

Principalmente un fenomeno di questo genere si è riscontrato negli Stati Uniti. In Europa ci sono stati molti altri fattori, che hanno riguardato soprattutto la crisi dell’Eurozona. In questo contesto sia il settore pubblico che quello privato hanno dato priorità al rimborso del debito. Possiamo dire che attualmente ci troviamo di fronte ad un mondo in cui la domanda è carente e ci sono allo stesso tempo molte risorse che rimangono inutilizzate.

Le cause del ritorno dell’inflazione

Gli esperti ritengono che ci sono tre fattori principali che attualmente incidono o hanno inciso alla base del ritorno dell’inflazione. Il primo è quello che è successo nel 2019, prima della pandemia. Si stava per entrare in un periodo di domanda più forte, però un ruolo importante doveva essere fatto anche dalle banche centrali, che non possono non esimersi dall’aumentare i tassi per mantenere in linea la domanda e l’offerta. È un fattore questo strutturale, che non può essere trascurato.

Ma c’è anche un’altra causa che si ritiene determinante ed è rappresentata dal surriscaldamento economico. La recessione causata dall’epidemia di Covid 19 ha costituito uno stimolo troppo grande per essere assorbito dall’economia globale.

D’altro canto si parla di inflazione diversa rispetto a quella degli anni ’70, perché ci sono delle questioni che vanno risolte e che riguardano principalmente il lato dell’offerta. Il problema consiste nel fatto che le questioni in oggetto non possono essere risolte nemmeno specificamente dalle politiche monetarie.

La volatilità sui mercati finanziari, l’aumento dei tassi di interesse, sono tutti fattori che incidono nel determinare le caratteristiche attuali dell’inflazione. Per riportare la situazione sotto controllo occorrerebbe un impegno generalizzato e non può essere trascurato il ruolo delle banche centrali che dovranno rendere più aspra la loro politica monetaria, fino a fare in modo che la crescita possa prendere un percorso più corretto rispettando il suo potenziale.

Negli anni ’70 si è parlato molto di quello che è stato definito come l’inferno dell’inflazione. Oggi, attraverso un impegno condiviso, è possibile evitare che si ritorni alla stessa situazione che ha caratterizzato quegli anni.

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